All’estero, l’Italia è sulla bocca di tutti. Le elezioni politiche di domenica
e lunedì scorsi hanno dimostrato quanto profonda sia la frattura politica che
divide il paese. Una frattura che si è triplicata, nel senso che le parti in
gioco sono tre, come tutti abbiamo visto. Su 46.906.341 elettori, solo il
75,19% si è recato alle urne (35.271.541, per la precisione).
Il premio di maggioranza alla Camera dei Deputati è stato raggiunto
dal PD, veramente per una manciata di voti. In particolare, al solo PD sono
andati 8.644.187 voti (25,42%), mentre al totale della coalizione di centro
sinistra (quindi contando anche SEL, Centro democratico, SVP) sono andati 10.047.603
voti (29,54%).
La coalizione di centro destra, grazie alla rimonta pazzesca e veramente
inimmaginabile di Berlusca, ha guadagnato in tutto 9.923.109 (29,18%)...
Piccolo problemino per la Camera del Senato, in cui nessun partito ha la maggioranza - cosa che renderà a dir poco instabile il futuro governo che si formerà.
La vera sorpresa di queste elezioni è il boom del Movimento 5 Stelle,
a tutti gli effetti primo partito del Paese, con il suo 25, 55% dei voti (ben 8.689.168),
e con la piena conquista di regioni come la Liguria, le Marche e l’Abruzzo.
Altra grossa sorpresa: il flop del filotedesco Monti, di Casini, Fini e
Ingroia-Di Pietro. Per non parlare di Pannella con i suoi Radicali e di
Francesco Storace…tutta gente arroccata da una vita sulle poltrone del
Parlamento. No comment per Giannino e la sua figuraccia, per la quale abbiamo
pubblicato un post apposito.
Cosa dire? Che queste elezioni hanno permesso di fare un po’ di
pulito, ma che hanno anche tenuto col fiato sospeso fino all’ultimo, quando
grande era il pericolo che il PD fosse scavalcato dal PDL proprio per il minimo
distacco che separava i due partiti. Certamente inaspettato il grosso risultato
ottenuto dal PDL: peccato che ancora molti Italiani credano a promesse prive di
fondamenti e molto ‘pagliacciose’. Invece quasi scritto il magro risultato del
PD: la campagna elettorale sotto tono condotta da Bersani ha eroso
ulteriormente l’elettorato di centro sinistra, stanco e sfiduciato.
La stanchezza e la sfiducia sono alla base della grande adesione al
M5S di Grillo: i giovani, i disoccupati, i piccoli imprenditori e artigiani,
schiacciati dal sistema odierno, hanno visto una speranza in questo movimento
che ha riempito sempre più le piazze italiane. Ora che il M5S ha praticamente
vinto (sarà l’ago della bilancia di questo instabilissimo governo che si
formerà), a esso spetta il gravoso compito di provare a risollevare le sorti
disastrate dell’Italia, sviluppando concretamente i propositi tramite proposte
di legge ad hoc, e cercando di non bocciare quelle buone che verranno fatte dalla
maggioranza (o, se coalizioni non ci saranno, dal governo di minoranza).
Ora c’è davvero bisogno che qualcuno pensi seriamente al bene dell’Italia.
Malgrado l’Europa tremi e ruggisca minacce all’Italia ‘in coma’ (definizione della CNN)….
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