martedì 12 giugno 2012

Leggere è..raccogliere!

Molti si domanderanno il perché di questo strano titolo: leggere è raccogliere. Ecco subito svelato l'arcano, grazie alla nostra passione per l'etimologia che ci aiuta a scoprire il senso originario delle parole che usiamo ormai senza nemmeno accorgercene: leggere deriva diretto diretto dal lat. legere, che significa, appunto, 'raccogliere', e a sua volta questo lemma latino corrisponde al greco leghein, cioè 'parlare'.
Dunque, l'origine di questo nostro verbo, con cui ora si indica solitamente la lettura silenziosa, che va per la maggiore nella nostra società, sta tutta nell'oralità, come ci mostra benissimo il verbo greco leghein: nell'Antichità, infatti, la lettura silenziosa era una pratica del tutto minoritaria rispetto alla lettura ad alta voce. La lettura era quindi un'azione squisitamente orale (sebbene, come si è detto, non manchino attestazioni di lettura mentale, una  pratica tuttavia secondaria rispetto alla declamazione): l'occhio 'raccoglie' le parole scritte (come evidenzia il verbo latino più di quello greco) e le 'comunica alla voce, che le pronuncia come in un discorso (tra l'altro, non è un caso che la stessa radice di leghein si trovi anche nella grandissima parola greca logos, già incontrata più volte nel corso dei nostri post).
Solamente con l'avvento dell'età moderna la lettura silenziosa ha definitivamente surclassato quella a voce alta: cambierà così anche l'aspetto dei manoscritti (perché anche in epoca moderna, con l'avvento della stampa, si continueranno a vergare manoscritti su manoscritti...!) e delle edizioni stampate: le parole, che nel Medioevo venivano scritte tutte attaccate - la cosiddetta scriptio continua - ora vengono separate da spazi tipografici vuoti, e la punteggiatura si arricchisce e si definisce con ulteriori segni utili alla scansione della lettura mentale.
Oggi, al contrario di quanto facevano Greci e Romani, si legge ad alta voce in classe, a scuola o durante i convegni, ma per lo studio individuale preferiamo di gran lunga leggere silenziosamente. Si tratta della cosiddetta lettura endofasica (letteralmente 'parlare dentro'): insomma, volgiamola come ci pare, anche quando leggiamo in silenzio, in fondo, lo facciamo con una vocina interiore che corrisponde alla nostra vera e propria voce, una vocina puramente mentale, ma che scandisce le parole proprio come se noi le pronunciassimo articolando i suoni con lingua, gola, palato e labbra...insomma: con tutto il nostro bell'apparato fonatorio.
Se pensiamo a Virgilio, tanto per dire un grande, e alla sua Eneide, dobbiamo sempre tener conto che questo poema (ma il suo esempio vale per tutti i grandi auctores) non era stato concepito per essere 'letto', ma per essere 'parlato', ovvero, in un certo senso, recitato, proprio nel senso del verbo greco leghein che abbiamo visto.
E in fondo, la grande letteratura occidentale, e non solo, ha avuto inizio dall'oralità più pura, e poi progressivamente si è imposto, come mezzo più duraturo, l'uso della scrittura (verba volant, scripta manent, del resto!). Allora la lettura rappresenta il nesso inscindibile di parola scritta e parola parlata: un vero miracolo di cui può godere l'uomo..!
E' per questo che tutti, dico tutti, dovremmo leggere il più possibile, non importa se a voce alta o in silenzio: l'importante è leggere leggere leggere, per 'raccogliere' più parole, e quindi più pensieri possibili, e per crescere insieme a questi e grazie a questi. Dobbiamo essere delle formichine laboriose e instancabili, che prendono di qua e di là quel che c'è di buono in giro e se lo portano nella tana perché sanno che quel qualcosa di buono gli sarà utile, anzi, di vitale importanza: ecco, la lettura è per l'uomo una vitale ricerca di cibo, un qualcosa di cui non si può fare a meno, se siamo 'uomini' e non pietre o alberi (senza nulla togliere a loro). 
Leggiamo il più possibile: ogni libro è un campo sterminato di chicchi di grano per noi formichine affamate :-)))

3 commenti:

  1. Bello questo post, complimenti! Si puo' dire che la lettura è in un certo senso "raccoglitrice" di pensieri? Nostri e degli altri?

    RispondiElimina
  2. ..Direi di sì: il senso originario della parola 'leggere' è proprio raccogliere : parole = pensieri..!
    Un bacio cara Mad!

    RispondiElimina
  3. Leggere è stabilire un contatto con persone e idee lontane nel tempo e nello spazio. Leggere è interpretare. Un libro,come una musica, lo scrive l'autore e lo fa vivere il fruitore.

    ....complimenti per il blog!

    RispondiElimina