giovedì 19 luglio 2012

Finalmente ci siamo: il sequestro di Green Hill

Questo blog, si era aperto all'insegna della lotta contro il maltrattamento animale, con un post specifico sul caso Green Hill, il grande allevamento di beagle di Montichiari destinati ai laboratori di tutta Europa che ne fanno carne da macello. 
Dopo tutte le iniziative degli attivisti, dopo tutte le manifestazioni e le firme a cui anche noi abbiamo partecipato con convinzione, ecco che finalmente, ieri, è giunta una bellissima notizia: un blitz del Corpo Forestale dello Stato ha posto sotto sequestro l'intera struttura. Tutto questo è bellissimo ed emozionante, ma.....

domenica 15 luglio 2012

Il mare che rigenera

Ma quant'è bello il mare? Con i suoi colori che cambiano con il cielo, con i suoi rumori che sono legati al vento, con la sua insuperabile imponenza, e con il senso di infinito che suscita quando gli occhi si posano sulla sua superficie e si perdono all'orizzonte...è uno spettacolo della natura che credo sia ineguagliabile.
Ma il mare è anche un qualcosa di più del semplice mare: è anche tutto quello che è connesso 'umanamente' a questo aspetto della natura. L'uomo è legato al mare da sempre. Prima, questo era uno strumento di lavoro, una 'strada' molto trafficata per i commerci umani, ma anche per le innumerevoli battaglie navali che vi hanno avuto luogo. Il mare era dunque per l'uomo antico un misto di bene e di male: luogo infido per le insidie che tendeva al marinaio, ma anche luogo del favoloso, del mistero e del 'divino' (basti pensare alla mitica vicenda di Odisseo, con Poseidone sempre alle calcagna).
Per l'uomo moderno, il mare è invece piuttosto un simbolo positivo. Un simbolo della sua interiorità, un luogo dell'immaginario, ma anche della realtà quotidiana. L'uomo moderno va in vacanza al mare, lo conosce soprattutto come luogo di relax (per i più grandi) e di divertimento (soprattutto per i giovani). Solo una minima parte dell'umanità si serve del mare per 'vivere', pescando, commerciando o trasportando su traghetti turistici le torme di vacanzieri che raggiungono isole e isolotti. E' finita l'epoca dipinta da Hemingway ne Il Vecchio e il Mare, un libro stupendo che avrò letto forse 5 o 6 volte, se non di più: il vecchio pescatore Santiago che lotta con un marlin è l'emblema dell'uomo che incontra il mare, che si scontra con esso e che tenta di vincerlo. Santiago riesce a sopravvivere al grosso marlin nella lotta per la sopravvivenza: la sua è una vittoria, ma una vittoria a metà, e per certi versi assurda e inutile. Quando infatti Santiago ritorna da questa pesca estenuante, non potrà che far vedere alla gente sgomenta la carcassa del marlin dilaniata dagli squali: il fine per cui si era tenuto questo scontro - procacciarsi del cibo - è stato completamente vanificato. Il marlin è così un simbolo del mare domato faticosamente dall'uomo, spesso per mezzo di logiche assurde e inconcepibili.
Oggi l'uomo, quando pensa al mare, non lo pensa come entità nemica, ma come luogo di pace, da raggiungere non appena si ha un attimo libero, per rinfrescarsi e rigenerarsi non solo nelle sue acque, ma anche in tutta quell'atmosfera di 'vacanza' che lo circonda, e in quel senso di 'mistero' ineffabile che ci suggerisce. Cosa c'è di più bello di vedere una spiaggia semideserta che si perde nell'orizzonte? E della riva smossa dalle onde, lievi o agitate che siano? E del sole che sprofonda lento e caldo nelle lontananze del cielo? Io penso che non ci sia niente di più bello..che tutti dovremmo sentirci piccini e insieme grandissimi quando guardiamo il mare!
Solo due giorni fa ho fatto la mia prima visita 'seria' dell'anno al mare. Ero in compagnia di due mie care amiche, V. e M., che saluto perché so che stanno leggendo :-))) E' stata davvero una giornata bellissima, in cui ho potuto unire al piacere di rivedere il mare bellissimo di San Vincenzo, tutto agitato con i suoi cavalloni da saltare, la spensieratezza di una giornata trascorsa tra amiche:  dopo tutto lo stress di quest'ultimo periodo ne avevo davvero bisogno!! Questa bella gita è stata davvero fantastica: viaggio in treno, colazione in un bel barrettino, paninozzo azzeccato e sole a tutta randa, tra piedi ustionati, capelli alla Anacleto della Spada nella roccia e ripetuti bagni tra le onde...si pareva proprio delle bambine alla prima vacanza!
Eh, il mare così, vissuto con la giusta compagnia, rappresenta il massimo del benessere e del piacere per me. 
Uno spazio che riesce sempre a regalarmi pace e positività. Insomma, il mare è TROPPO BELLISSIMO!!
Vi lascio con una foto fresca fresca della bella spiaggia di San Vincenzo...




venerdì 6 luglio 2012

Cos'è l'educazione?

Quanto sono carenti le scuole di oggi, lo abbiamo già detto e non c'è bisogno di ripeterlo: lo abbiamo sotto gli occhi ogni giorno, da quello che si legge sui giornali a tutto quello che sentiamo dire dai ragazzini per la strada..anche noi siamo giovani, e fuori da ogni ipocrisia diciamo che anche noi, da ragazzini, eravamo un po' (a volte anche molto) maleducati sia a parole, sia a fatti.
Ma ora che abbiamo qualche anno in più, ci siamo calmati parecchio, e abbiamo cominciato a ragionare un po' meglio e un po' di più rispetto a una decina di anni fa. E siccome abbiamo capito quanto sia importante l'educazione che riceviamo da piccoli per non cadere irrimediabilmente nelle mille deviazioni che ci si presentano durante l'adolescenza, siamo qui a parlare della nostra esperienza, e a dire la nostra che magari può essere opinione condivida o meno, l'importante è esprimersi.
Senza avere pretese di originalità, certo! Però ci sentiamo in dovere di provare a diffondere le nostre idee, che sono il risultato degli incontri-scontri avuti da ragazzini con i genitori (e che tuttora scoppiano, talvolta), ma anche delle nostre buone disposizioni che hanno avuto la meglio su quelle cattive, perché siamo riusciti a TRARRE FUORI quel che c'è di buono in noi. Naturalmente non stiamo parlando di pregi e di difetti caratteriali (quelli ci sono e rimangono...), ma dei nostri piccoli 'talenti', che abbiamo saputo riconoscere e valorizzare. 
Ed è proprio questo il senso etimologico dell'EDUCAZIONE: 'estrarre', 'condurre fuori', è un termine che deriva dal verbo latino educo, composto dalla preposizione e (che indica origine) e dal verbo primitivo duco, che significa, appunto, condurre. Educare significa estrarre quel che c'è di buono in noi e farne il nostro stile di vita e la nostra bandiera per il futuro. 
Ma questo estrarre quel buono che c'è in noi non può essere fatto interamente dagli educatori per eccellenza: i genitori. Spesso, anzi, i genitori si prodigano di consigli e di suggerimenti e di iniziative in cui coinvolgono i figli, naturalmente per il loro bene, ma molto spesso non si accorgono di indirizzare i figli verso quello che vorrebbero loro, non i figli stessi...causando traumi insanabili e fratture perenni. Questo non è assolutamente il nostro caso: per fortuna i nostri genitori ci hanno fatto sempre scegliere quello che volevamo, con la più totale libertà. E infatti non abbiamo sbagliato: siamo tutti e due contenti di quello che abbiamo ottenuto finora, perché tutto è avvenuto grazie alle nostre forze. Abbiamo sempre lavorato, ci siamo messi qualche eurino da parte e abbiamo studiato pagandoci gli studi, benzina e quant'altro, e ancora -a maggior ragione ora che siamo 'vecchietti' - lo facciamo. E siamo fieri. 
Fieri perché la nostra 'educazione' è anche questo: fare propria una serie di atteggiamenti e di abitudini che potranno solo farti del bene, e che quindi faranno emergere ciò che in te c'è di bene: ad esempio, individui in te l'amore per la lettura, trasformi questa sana e positiva passione in amore per lo studio, ottieni buoni voti a scuola e sei soddisfatto di te stesso, apprendi sempre cose nuove e soddisfi la tua sete di curiosità, ti crei una profondità interiore rafforzata dalla cultura che hai 'assimilato', parli con le persone e non ti manca mai la parola (se non per timidezza :-)), e così via (non parlo del trovare lavoro perché questo mondo è oggi a parte e non connesso con il merito)...
I genitori ci possono aiutare fino a un certo punto: ma poi siamo noi che dobbiamo assolutamente CAPIRE cosa siamo, cosa vogliamo davvero, e cercare di perseguire il nostro bene, nel rispetto del bene altrui.
L'educazione non è solo rispondere grazie e prego quando ci scambiamo le cose o dei favori, o dire buongiorno e buonasera, ma è un qualcosa di infinitamente più grande e più profondo: è tutto il buono che c'è in noi e che è riuscito a emergere. Il grazie e il buongiorno sono piuttosto buone maniere (e vediamo che ritorna il senso del 'buono' anche in questa definizione) che assolutamente fanno parte dell'educazione perchè appunto sono 'buone' maniere e che bisogna sempre insegnare ai piccoli: non bisogna dire che sono ipocrisie o gesti senza utilità. Sono invece segni di rispetto non solo formale, ma di sostanza: sono fondamentali anche queste piccole ma grandi attenzioni.
Educazione non è solo pedagogia, non è qualcosa che si insegna ai piccoli e basta, stop: no, l'educazione intesa nel senso ricco e profondo del verbo latino da cui deriva può essere appresa in qualsiasi secondo da qualsiasi persona, vecchia o giovane che sia. 
E' far fruttare il buono che abbiamo in noi. Soprattutto con l'aiuto di noi stessi.

lunedì 2 luglio 2012

Paris mon amour

Sono reduce da un breve viaggio per studio. Meta? Parigi! Diciamo che naturalmente, essendo in una città del genere, non poteva e non doveva essere esclusivamente un periodo di studio e lavoro, ma anche di svago e di divertimento, di curiosità e di visite ai luoghi cult di questa stupenda capitale europea. Ed è stato effettivamente così: certo, non potevamo fare forca al convegno, per cui armati di molta pazienza siamo andati e abbiamo svolto diligentemente il nostro dovere accademico, ma poi nei momenti liberi non siamo stati un attimo fermi, e siamo andati alla (ri)scoperta della favolosa Parigi!
Io c'ero già stata due volte: in primavera, in aprile, e in estate a giugno. Quest'anno di nuovo a giugno. Tanto per cominciare, il clima: non esiste cosa più variabile del tempo a Parigi. Quando andai di aprile, trovai un freddo tremendo che ti congelava, con quel vento tagliente che in Italia lo senti solo a gennaio. E io che, ignara e ignorante, ero andata con uno spolverino leggerissimo,  tornai con un febbrone che mi durò dei giorni .... La seconda volta, di giugno, trovai un caldo esagerato, davvero esagerato (questa eccezionalità mi fu confermata anche dai miei colleghi parigini): roba di 36-37 gradi il giorno e 27-28 la sera: incredibile! Reduce della prima esperienza polare, la mia valiga era piena di felpe e pantaloni lunghi, presa anche dalla sindrome di Totò che arriva in estate a Milano col colbacco e il pelliccione. Questa ultima esperienza è stata una via di mezzo dal punto di vista meteorologico: nello stesso giorno si sono avvicendati sole e pioggia, caldo afoso e fresco primaverile, nuvoloni e cielo limpido.. 
Come il clima è variabile e ballerino, così i Parigini sembrano variabili e ballerini : alcuni sono gentili anche se vedono che sei italiano, altri ti ridono in faccio con aria sprezzante, altri fanno finta di non capire quando chiedi informazioni in francese e ti rispondono puntualmente: je ne comprend pas! oppure te lo dicono in inglese, altri ti parlano addirittura in italiano per facilitarti la vita.
La città resta comunque per me una miniera inesauribile di meraviglie: anche quelle che avevo già visto sono sempre nuove ai miei occhi che tornano a guardarle. Per fare un esempio spicciolo, partirei dalla TOUR EIFFEL. Allora: quasi tutti i miei colleghi che non erano mai stati a Parigi ne sono rimasti delusi: chi se l'aspettava più grande (!), chi più scura (!!), chi posizionata meglio all'interno della città (!!!), chi ha detto che sembra un giocattolo (!!!!), chi la voleva smontare (!!!!!!!!!)...Solo io avevo gli occhi a forma di cuore quando la ammiravo nella sua ferrosa complicatezza e nelle sue luci così romantiche, quando la sera si riflettono sulle acque della Senna (sono proprio una 'gallinona romantica', per usare la simpaticissima espressione della mia amica M.). Per me la torre Eiffel è una delle cose più belle ed emozionanti che abbia mai visto, e ve lo dice una che prima di partire la prima volta per Parigi quasi la disprezzava, immaginandola ormai solo cibo per turisti. Non appena la vidi per la prima volta, invece, scoccò vero amore tra me e la torre del mitico Gustave, che la costruì in occasione dell'Esposizione Universale del 1889, centenario della Rivoluzione francese. Questo colosso di 324 metri doveva avere vita temporanea (era stato concepito come ingresso per quella grande manifestazione), e invece gli fu concessa l'eternità, tanto che ora è simbolo intoccabile di Parigi e della Francia intera.
E' vero, quando vai da lei (la chiamo in tono familiare), con quel suo aspetto slanciato ed elegante, è pieno di gente che cerca di venderti di tutto e di turisti vocianti che scattano foto e si incolonnano ai baldacchini per fare i biglietti, ma la magia di questo monumento, a mio parere, rimane intatta. Soprattutto la sera, quando dal Trocadero si può ammirare in tutto il suo scintillio davvero chic, molto molto parigino. Anche se i miei colleghi avrebbero fatto a meno di andarla a vedere, tuttavia mi hanno seguito (perché in pratica li ho quasi obbligati a farlo, perché non potevano andare via da Parigi senza averla salutata dal vivo!). Io sono rimasta un po' schoccata dalle loro reazioni quasi apatiche, senza entusiasmo...oh via, siete davanti alla torre Eiffel e non dite una parola?! Ma come si può?! Bah, l'importante è che IO l'abbia rivista ancora un volta: fidatevi di me, anche se sono una voce un po' fuori dal coro: vale la pena di vederla, soprattutto se siete in compagnia della vostra dolce metà, e se ci andate la sera vi assicuro che non ve ne pentirete, quando allo scoccare delle ore sbrilluccica ancora di più per cinque bellissimi minuti..!
Tutta Parigi è fantastica (non mi metto a parlare del Sacré-Coeur e della piazzetta di Montmartre, di Rue de Rivoli, degli Champs Elysées e di Parc Monceau): ma quello che c'è di più fantastico e sensuale in tutta Parigi è proprio la Tour
Non a caso, mi viene da dire, fa rima con Amour ;-))

 Godetevi questa bella vista della Tour...però non è mia la foto :-))