sabato 2 febbraio 2013

Archivi e biblioteche: la dimostrazione che l'Italia non va.

Oggi vorrei toccare una delle tante questioni che mi stanno a cuore perché ci sono entrata 'dal vivo': la questione veramente allarmante degli archivi in Italia. Ne so qualcosa perché ho frequentato la Scuola di Archivistica del''ASFi solo due anni fa, e devo dire che prima di entrare lì, questo mondo mi era assolutamente ignoto e sconosciuto, anzi, potrei dire che ero una dei tanti che assimilavano gli archivi alle biblioteche (e questo è un orrore per gli archvisti, l'ho capito solo dopo!!). Due anni a contatto con gli archivi sono tanti, ma non sono abbastanza: credo che una grossa carenza emersa almeno per la Scuola di Firenze sia la lontananza degli studenti dalle 'carte', dai documenti: non ci hanno mai fatto catalogare qualcosa di serio, o almeno di pseudoserio..insomma, non ho ancora ben capito come mettere in pratica tutti gli insegnamenti teorici appresi. Ecco...
un esempio di didattica completamente divelta dalla pratica. Ma allora, a che è servito?
Oggettivamente parlando, non mi è certo servito a trovare lavoro: pur avendo un Diploma di tutto rispetto, è difficile anche fare semplici stage. Ma mi è servito almeno a crearmi una consapevolezza, un ulteriore sistema di conoscenza di un ambito nuovo e indubbiamente interessante. Mi è servito anche a capire che tutto ciò che è cultura, in Italia, è svalutato: e questo è un paradosso. Siamo il paese più ricco, potenzialmente il più ricco del mondo da questo punto di vista. Potremmo dare tantissimo, potremmo essere ai primi posti di ogni classifica mondiale. I giovani hanno voglia di conoscere e di non far perdere la nostra cultura millenaria, eppure...eppure siamo bloccati da un sistema che si morde la coda, governato da persone che non sanno cosa significa il bene pubblico e il futuro dei propri figli (mica gli chiedo di pensare a me o a te, ma di ricordarsi che anche i loro figli sono giovani e dovranno costruirsi un futuro, speriamo senza l'ausilio di raccomandazioni). 
Insomma, non si è ancora capito che il VERO PETROLIO è la ricerca ed è l'istruzione? Che è controproducente per la nazione e assurdo per il buonsenso tagliare i fondi destinati a università, scuole, biblioteche e archivi? Ma i nostri politici così impegnati nelle loro campagne elettorali, perché invece di dire che quello sbaglia e quell'altro pure, non portano il naso un po' fuori dal proprio campanilistico egoismo e non guardano, per esempio, al Giappone, in cui il 98% e passa della popolazione è occupato e laureato, oppure agli Emirati Arabi, che hanno capito molto prima di noi che il petrolio sarà destinato a finire, e che dunque bisogna investire in ricerca?
Ragazzi, tutti noi dobbiamo essere sensibili a queste tematiche: si tratta del nostro futuro e di quello dei nostri figli.  Cioè, non è possibile che se io voglio lavorare in archivio o in biblioteca, lo debba fare gratis: a che giova il compromesso? Chi mi campa nel frattempo che io cerco di realizzare un mio sogno, una mia passione? Ma non sta scritto nella Costituzione che ogni cittadino è libero di raggiungere i propri obiettivi lavorativi secondo le proprie inclinazioni e aspirazioni? E dove è oggi questa libertà?
Visto che non c'è questa libertà fondamentale, si può ben dire che l'Italia non è un paese democratico, ASSOLUTAMENTE NON LO E'. E' invece un paese del terzo mondo che si camuffa da paese benestante ai meeting politici internazionali, mentre la gente comune è costretta a chiudere e a rubare un pezzo di formaggio al supermercato perché non ha di che mangiare, e in cui i giovani fanno le valigie e tentano fortuna in paesi che hanno capito quale sia il vero petrolio su cui si basa tutto: investimenti in ricerca e istruzione, far arrivare in patria il meglio che c'è all'estero, e non far emigrare i propri 'cervelli', ad arricchire altri e più intelligenti paesi.. e quando sento tutti questi individui blaterare, durante le campagne elettorali, che toglieranno tasse solo per aver qualche voto in più, ma senza proporre adeguate e organiche strategie riformistiche che vadano nel senso che ho appena delineato..mi vien voglia di andare a Roma e fare una grande strage, perché non è giusto. NON E' GIUSTO
Punto e basta.

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