Questa lista elettorale, capeggiata dal magistrato palermitano Antonio Ingroia, è espressione di una coalizione delle forze politiche della sinistra 'estrema' e include i Verdi, il Movimento Arancione di Luigi De Magistris, Italia dei Valori, Rifondazione Comunista e il Partito dei Comunisti italiani. Dopo aver tentato di creare un'alleanza con la Coalizione di centrosinistra Italia Bene Comune, ed aver ricevuto un netto rifiuto, Ingroia & Co. hanno deciso di proseguire soli soletti, presentando il loro manifesto in dieci punti IO CI STO...
Oggi ci occupiamo proprio di questo 'programma' di una coalizione che piano piano sta prendendo sempre più campo all'interno del dibattito politico, alla conquista dell'elettorato.. Come sempre ho sottolineato i concetti fondamentali per agevolare la lettura...!
IO CI STO
I promotori sono espressione della società civile e della politica
pulita che vuole costruire un’alternativa di governo al berlusconismo e
alle scelte liberiste economiche, sociali e culturali del governo Monti.
L’alternativa di governo si costruisce con una forza riformista che ha
il coraggio di un proprio progetto per uscire dalla crisi e rilanciare
l’Italia finalmente liberata dalle mafie e dalla corruzione.
Abbiamo come riferimento imprescindibile la Costituzione Repubblicana, a
partire dall’art. 1 secondo cui il lavoro deve essere al centro delle
scelte economiche. Per noi l’Unione Europea deve diventare autonoma dai
poteri finanziari con organismi istituzionali eletti dai popoli ed è
fondamentale il cambiamento della Casta politica e burocratica italiana
mentre lo sviluppo del mezzogiorno è l’unica scelta per unificare il
Paese.
2) Vogliamo uno Stato laico, che assuma i diritti della persona e la differenza di genere come un’occasione per crescere;
3) Vogliamo una scuola pubblica che valorizzi gli insegnanti e gli
studenti con l’università e la ricerca scientifica pubbliche non
sottoposte al potere economico dei privati e una sanità pubblica con al
centro il paziente, la prevenzione e il riconoscimento professionale del
personale del settore;
4) Vogliamo una politica antimafia nuova che abbia come obiettivo
ultimo non solo il contenimento, ma l’eliminazione della mafia, e la
colpisca nella sua struttura finanziaria e nelle sue relazioni con gli
altri poteri, a cominciare dal potere politico;
5) Vogliamo che lo sviluppo economico rispetti l’ambiente, la vita
delle persone, i diritti dei lavoratori e la salute dei cittadini, e che
la scelta della pace e del disarmo sia strumento politico dell’impegno
dell’Italia nelle organizzazioni internazionali, per dare significato
alla parola “futuro”. Vogliamo che la cultura sia il motore della
rinascita del Paese;
6) Vogliamo che gli imprenditori possano sviluppare progetti, ricerca
e prodotti senza essere soffocati dalla finanza, dalla burocrazia e
dalle tasse;
7) Vogliamo la democrazia nei luoghi di lavoro, il ripristino del
diritto al reintegro se una sentenza giudica illegittimo il
licenziamento e la centralità della contrattazione collettiva nazionale;
8) Vogliamo che i partiti escano da tutti i consigli di
amministrazione, a partire dalla RAI e dagli enti pubblici, e che
l’informazione non sia soggetta a bavagli;
9) Vogliamo selezionare i candidati alle prossime elezioni con il criterio della competenza, del merito e del cambiamento;
10) Vogliamo che la questione morale aperta in Italia diventi una
pratica comune e non si limiti alla legalità formale, mentre ci vogliono
regole per l’incandidabilità dei condannati e dei rinviati a giudizio
per reati gravi. Vogliamo ripristinare il falso in bilancio e una vera
legge contro il conflitto di interessi ed eliminare le leggi ad
personam.
Queste sono alcune delle ragioni per un governo democratico di cambiamento.
Per realizzare questi obiettivi si decide di aprire il confronto con i movimenti e le forze democratiche del Paese.
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