mercoledì 26 dicembre 2012

Bulgakov e "Il Maestro e Margherita"

Qualche giorno fa ho terminato di leggere questo romanzo russo che Michail Bulgakov cominciò a scrivere alla fine degli anni '20 del Novecento, con una serie di scritture e riscritture quasi maniacale che terminerà solo pochi giorni prima della morte dell'autore, avvenuta nel 1940. Il romanzo fu concepito e steso durante il triste periodo stalinista, e non fu edito se non dopo quasi un trentennio dalla morte di Bulgakov, naturalmente con parti censurate. 
Ed è chiaro: il romanzo rappresenta una critica corrosiva al sistema del potere che blocca ogni rinnovamento culturale, all'immobilismo della società russa di quegli anni. E Bulgakov espone le sue idee mettendo in scena un Maestro di cui non si conoscerà mai il nome, un Maestro che entrerà nelle pagine del romanzo solo a storia inoltrata, assieme alla sua bella e irrequieta amante, Margherita....

Prima del loro ingresso nella storia, Bulgakov inscena l'arrivo di Satana in persona tra le strade di Mosca. Woland è il nome che Satana stesso si attribuisce: egli si presenta con uno stuolo di strani seguaci, tra cui è presente un gatto nero parlante, e si definisce un mago di magia nera.
Gli scettici moscoviti vedranno le loro grigie vite sussultare e stravolgersi dopo l'arrivo di Woland. A tutti gli effetti il diavolo è "il" personaggio principale del romanzo, forse più di Margherita e del Maestro.
Il Maestro è uno scrittore che aveva appena concluso e diffuso il suo romanzo sulla storia della crocifissione di Gesù e soprattutto su Ponzio Pilato. Questa storia è letteralmente intrecciata a quella della Mosca contemporanea, la nuova Gerusalemme. Il Maestro ha scritto questo romanzo su Ponzio Pilato che è stato aspramente criticato, censurato e distrutto dal mondo delle accademie e dei letterati, e che è stato anche perseguito politicamente, tanto da far cadere il Maestro in una depressione terribile che lo induce a lasciare Margherita, disperata, e a bruciare il manoscritto del romanzo.
In un susseguirsi di vicende travolgenti, Margherita si ritrova a stringere un patto con Woland pur di tornare con il Maestro: diventa una strega e vaga nuda a cavallo di una scopa sui tetti di Mosca. Il romanzo in questa seconda parte si fa quasi fantasy, con l'inserimento di elementi magici e colpi di scena continui, ma molto appassionanti e pieni di un'ironia che è difficile ritrovare tra le pagine degli altri illustri compatrioti di Bulgakov.
Insomma, non volendo raccontare tutta la trama del romanzo per lasciare a voi il gusto della lettura (se deciderete di leggerlo), vi dico solo che alla fine i due amanti si riuniranno e vivranno "nella pace eterna", e che Woland farà riemergere dalle ceneri il romanzo su Ponzio Pilato scritto dal Maestro, "perché i manoscritti non bruciano e perché la storia narrata dal Maestro è quella vera".
Ve ne consiglio la lettura perché non è il solito mattone 'russo': come già detto, a differenza dei suoi compatrioti, Bulgakov è riuscito a costruire un romanzo fantasioso, denso di magia e sul limite del gotico, ma densissimo di significati profondi, che offrono infiniti spunti di riflessione non solo sulla Russia del tempo, ma anche sui limiti della natura umana, sull'amore, sul rapporto con l'altro e con l'ultraterreno...

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