venerdì 28 dicembre 2012

Dedicato alla scrittura...

Questo post è dedicato ad una piccola grande vittoria, quasi una rivincita, che ho insperatamente avuto nel difficilissimo mondo della letteratura. Non da 'studiosa', in qualche modo passiva di fronte alle opere degli altri, ma da piccola e oscura 'scrittrice', attiva nel mondo della carta e della penna. Ho sempre scritto, sia poesie che racconti, così, perché mi rilassa e mi fa divagare. Mi piace correre dietro la penna. Non sono mai io quella che decide cosa o cosa non scrivere: è la penna che fa ogni cosa. La maggior parte delle cose che scribacchio non parlano assolutamente di me, né di qualcuno che conosco....
Sono piuttosto catene di parole che sgorgano l'una dietro all'altra e che pescano da un sostrato 'immaginativo'  che vive sul limite di quella mia parte semicosciente che ho imparato a conoscere proprio grazie alla scrittura. E mi rendo sempre più conto che questa parte è malinconica: se dovessi renderla in immagini, la descriverei come una specie di palude nebbiosa e silenziosa, da cui si intravedono movimenti incerti di esseri sconosciuti e forse tenebrosi, che fanno spiccare la fantasia di chi osserva. Ecco, io quando scrivo sono immersa in questa palude, e osservo ogni cosa con i sensi dilatati...è difficile rendere l'idea, forse può capire solo chi scribacchia come me ;-)))
Insomma, taglio corto e ritorno alla mia piccolissima rivincita che ho avuto qualche mese fa: inaspettatamente ho vinto un Premio Nazionale, intitolato "L'insostenibile leggerezza della precarietà", nella sezione drabble, che sono piccoli racconti di 100 parole... il mio lo scrissi in non più di 5 minuti e lo spedii senza dare alcun peso a quella piccola storiellina. E invece ha incredibilmente colpito nel segno...ancora devo realizzare! Gli organizzatori del Premio hanno costruito per il mio "L'acrobata" un video bonus che hanno postato su Youtube e che io vi ho messo qui per comodità, se volete dargli un occhio... Inoltre mi hanno inserito nell'Antologia cartacea del premio, dove il figlio del pittore Dalì mi ha dedicato una lusinghiera Nota critica, che voglio condividere con voi (la prendo proprio dal libro):


Nota critica

a cura di Josè Van Roy Dalì

pittore surrealista, scrittore



Un viaggio nella vita colmo di apprensioni, una sorta di “passaggio ad ovest” che ci accomuna tutti, sospesi tra cielo e terra nella visionaria convinzione che gli acrobati-eroi siano “gli altri”, quelli fuori dall’ordinario, mentre è proprio nell’ordinario, nel consueto che “l’insostenibile leggerezza” della fragilità umana ci guarda negli occhi senza possibilità di distogliere lo sguardo. L’esperienza guadagnata sul campo di chi ci mostra la strada - il babbo che dice “prova, prova” - si fa viatico e catarsi per l’accettazione di un ancestrale fardello a cui non ci si può sottrarre. Allungando “il piede nel mistero” di quella corda, che oscilla “nel vuoto nero” e rende incerto ogni passo, ci si avventura alla cieca, di notte, su un sentiero dai contorni sfumati “per non rendersi conto delle distanze”, con lo sguardo fiducioso rivolto alle stelle. Poche efficaci pennellate per un quadro surreale che Nicolle Lopomo ha dipindo in sole 100 parole di una fusione algebrica in cui l’arte diviene perfezione.

Josè Van Roy Dalì



Spero che il mio mini raccontino piaccia anche a voi! E' sempre bello constatare che qualche cosa al mondo non è truccato!! Bisogna credere profondamente in ciò che vogliamo per noi: a piccoli passi, sono raggiungibili anche le stelle...buona lettura a tutti!






Infine qui sotto vi posto il link da cui potete accedere all'anteprima del libro: il mio racconto e la nota di Dalì sono a pp. 8-9 ;-))

 http://reader.ilmiolibro.kataweb.it/v/880002/L_insostenibile_leggerezza_della_precarietandagrave_#!

Nessun commento:

Posta un commento