mercoledì 27 febbraio 2013

Elezioni 2013: il boom dell'incertezza



All’estero, l’Italia è sulla bocca di tutti. Le elezioni politiche di domenica e lunedì scorsi hanno dimostrato quanto profonda sia la frattura politica che divide il paese. Una frattura che si è triplicata, nel senso che le parti in gioco sono tre, come tutti abbiamo visto. Su 46.906.341 elettori, solo il 75,19% si è recato alle urne (35.271.541, per la precisione).
Il premio di maggioranza alla Camera dei Deputati è stato raggiunto dal PD, veramente per una manciata di voti. In particolare, al solo PD sono andati 8.644.187 voti (25,42%), mentre al totale della coalizione di centro sinistra (quindi contando anche SEL, Centro democratico, SVP) sono andati 10.047.603 voti (29,54%).
La coalizione di centro destra, grazie alla rimonta pazzesca e veramente inimmaginabile di Berlusca, ha guadagnato in tutto 9.923.109 (29,18%)...

Piccolo problemino per la Camera del Senato, in cui nessun partito ha la maggioranza - cosa che renderà a dir poco instabile il futuro governo che si formerà.
La vera sorpresa di queste elezioni è il boom del Movimento 5 Stelle, a tutti gli effetti primo partito del Paese, con il suo 25, 55% dei voti (ben 8.689.168), e con la piena conquista di regioni come la Liguria, le Marche e l’Abruzzo.
Altra grossa sorpresa: il flop del filotedesco Monti, di Casini, Fini e Ingroia-Di Pietro. Per non parlare di Pannella con i suoi Radicali e di Francesco Storace…tutta gente arroccata da una vita sulle poltrone del Parlamento. No comment per Giannino e la sua figuraccia, per la quale abbiamo pubblicato un post apposito.
Cosa dire? Che queste elezioni hanno permesso di fare un po’ di pulito, ma che hanno anche tenuto col fiato sospeso fino all’ultimo, quando grande era il pericolo che il PD fosse scavalcato dal PDL proprio per il minimo distacco che separava i due partiti. Certamente inaspettato il grosso risultato ottenuto dal PDL: peccato che ancora molti Italiani credano a promesse prive di fondamenti e molto ‘pagliacciose’. Invece quasi scritto il magro risultato del PD: la campagna elettorale sotto tono condotta da Bersani ha eroso ulteriormente l’elettorato di centro sinistra, stanco e sfiduciato.
La stanchezza e la sfiducia sono alla base della grande adesione al M5S di Grillo: i giovani, i disoccupati, i piccoli imprenditori e artigiani, schiacciati dal sistema odierno, hanno visto una speranza in questo movimento che ha riempito sempre più le piazze italiane. Ora che il M5S ha praticamente vinto (sarà l’ago della bilancia di questo instabilissimo governo che si formerà), a esso spetta il gravoso compito di provare a risollevare le sorti disastrate dell’Italia, sviluppando concretamente i propositi tramite proposte di legge ad hoc, e cercando di non bocciare quelle buone che verranno fatte dalla maggioranza (o, se coalizioni non ci saranno, dal governo di minoranza).
Ora c’è davvero bisogno che qualcuno pensi seriamente al bene dell’Italia.
Malgrado l’Europa tremi e ruggisca minacce all’Italia ‘in coma’ (definizione della CNN)….

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