lunedì 11 febbraio 2013

L'Olocausto e i Bastardi senza gloria di Tarantino

Mélanie Laurent nel ruolo di Shosanna
27 gennaio 1945. Un distaccamento dell'esercito sovietico, nella marcia verso Berlino, giunge al campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia, abbandonato in fretta e furia dai Tedeschi alcuni giorni prima, lasciando lì i pochi internati rimasti e considerati "inutili". Io dico che fu il giorno più brutto che quei soldati, pur abituati a oltre un quinquennio di guerra, abbiano vissuto.
Quel giorno è diventato il simbolo della fine dell'Olocausto o Shoah, il genocidio degli Ebrei messo barbaramente in atto dalla Germania nazista con la sua "soluzione finale del problema degli Ebrei".
A qualche giorno di distanza da questa importantissima ricorrenza, abbiamo tutti saputo dei mostruosi piani che un gruppo di estremisti di destra di Napoli - forse con incursioni dal movimento politico CasaPound - aveva preparato per realizzare i propri assurdi ideali antisemiti...
Proprio per NON dimenticare, per non far morire il ricordo del peggior periodo storico vissuto dall'umanità, e per dare un po' di senso aggiunto a una ricorrenza - il 27 gennaio - che si dovrebbe estendere a tutti i giorni dell'anno, ieri mi sono guardata un film che non avevo mai visto, ambientato in Francia proprio durante la Seconda Guerra Mondiale: Bastardi senza gloria (Inglorious Basterds) di Quentin Tarantino, uscito nel 2009. Di questo (a mio avviso geniale) regista ho potuto vedere solo Pulp Fiction, un film incredibile e veramente originale nella sua multiforme ripresa e rilettura di vari filoni del cinema tradizionale.
Bastardi senza gloria è diverso, ma è lampante che si tratta di un film di Tarantino, lo si percepisce da mille indizi (le scritte in sovrimpressione a indicare il nome dei personaggi, e poi sangue sangue sangue, in ossequio al genere splatter, ad esempio). In questo film, un magnifico Brad Pitt interpreta il protagonista, un tenente americano di origini indios a capo di un gruppo di soldati ebrei (appunto, i Bastardi) infiltrati in Francia, uniti da un odio feroce per i nazisti: quando li incontrano, li uccidono - quasi - sistematicamente, prelevandone lo scalpo. A quelli che decidono per qualche ragione di far sopravvivere, incidono con un coltellone da Rambo una svastica in fronte, in modo che, finita la guerra e tolta la divisa da nazisti, rimanga comunque visibile finché vivranno la loro appartenenza vergognosa al Nazismo.
Senza stare a raccontare la trama, dico solo che il film (anche con scene cruente non proprio adatte a tutti) inscena la morte di Hitler e della maggior parte dei gerarchi nazisti ad opera sia dei Bastardi, sia di Shosanna, una ragazza ebrea piena di odio e di sete di vendetta, durante una première di un film nazista all'interno del cinema di proprietà della riottosa Shosanna, che sarà assassinata, alla fine, dal Tedesco innamorato di lei, che lei a sua volta aveva ferito e a cui si era in seguito avvicinata, presa da pietà.
Il film ha una trama avvincente e complessa, arricchita dalla diversità linguistica che rende il tutto molto realistico e profondo. Ma quel che più emerge da questa pellicola, è che i ruoli sono ribaltati, dall'inizio alla fine: sono sempre gli ebrei Bastardi a colpire sanguinariamente i nazisti, il sangue versato nel film è di gran lunga nazista, e il Fuhrer muore come un topo, bruciato e crivellato di colpi, all'interno di un cinema che si fa campo di concentramento per nazisti.
Tarantino è riuscito a ribaltare magnificamente i ruoli, e a riscrivere la storia dal punto di vista degli Ebrei e in generale dei vinti. E il cinema diventa luogo di riscatto, di vendetta, e di rivalsa sui prepotenti, sui dittatori. Ancora una volta, arte e vita si dimostrano potentemente unite. 
Per non dimenticare!

1 commento:

  1. Nicolle, finalmente ti leggo! Sono tornata al blog anche io... questo post è molto carino, ma una notazione su Tarantino: devi assolutamente andare al cinema e vedere Django. MERAVIGLIOSO!Con una scena di straordinario umorismo sul Ku Klux Klan...

    RispondiElimina